Scoperta una nuova via della paura

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 17 febbraio 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La ricerca sulla neurofisiologia delle emozioni nel secolo scorso si è in gran parte identificata con lo studio delle basi neurali della paura, ed è stata segnata dalla transizione dalla concezione che aveva il sistema limbico nel suo insieme quale esclusivo riferimento, a un modello che elegge i sistemi neuronici dell’amigdala a sede prevalente delle indagini.

Il modello amigdalo-centrico dei circuiti della paura proposto da Joseph LeDoux alle soglie del Terzo Millennio può considerarsi il principale riferimento attuale, anche se oggi sappiamo che il complesso nucleare amigdaloideo partecipa a un ampio spettro di processi non emozionali. Gli studi sui rapporti tra morfologia e funzione dei circuiti mediatori della paura, al pari delle alterazioni molecolari dei sistemi neuronici mediatori delle risposte allo stress, dell’ansia e dei sintomi fobici, sono di grande interesse anche per la psichiatria e, più in generale, per la salute pubblica, vista l’enorme diffusione di questi disturbi e la loro influenza su rapporti sociali e attività lavorative.

Finora, come si diceva, una parte considerevole delle nostre conoscenze sulle basi neurali della paura ha riguardato e riguarda i circuiti dell’amigdala, ma ora, Hao Wang e colleghi di un nutrito gruppo coordinato da Xiao-Ming Li hanno identificato nel topo una nuova via della paura indipendente dall’amigdala, a struttura tetra-sinaptica e mediatrice della paura innata evocata dall’olfatto e di equivalenti murini dell’ansia.

(Wang H. et al., A molecularly defined amygdala-independent tetra-synaptic forebrain-to-hindbrain pathway for odor-driven innate fear and anxiety. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-023-01562-7, 2024).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurobiology and Department of Neurology of Second Affiliated hospital, Zhejiang University School of Medicine, Hangzhou (Cina); Affiliated Mental Health Center and Hangzhou Seventh People’s Hospital, Zhejiang University School of Medicine / Nanhu Brain-Computer Interface Institute, Hangzhou (Cina); National Institute of Biological Sciences, Beijing (Cina); Tsinghua Institute of Multidisciplinary Biomedical Research, Tsinghua University, Beijing (Cina); Center for Brain Science and Brain-Inspired Intelligence, Research Units for Emotion and Emotion Disorders, Chinese Academy of Medical Sciences / Nanhu Brain-Computer Interface Institute, Hangzhou (Cina).

Il cosiddetto “cervello emotivo” della divulgazione, negli anni Novanta cessa di essere identificato con il sistema limbico e viene ricondotto all’attività dell’amigdala. Joseph LeDoux individua nel 1995 l’anno decisivo per questo passaggio, quando sono pubblicati due importanti studi sugli effetti di particolari lesioni cerebrali sul condizionamento alla paura negli esseri umani. Il primo dei due lavori è condotto dallo stesso team di LeDoux, il secondo da Antonio Damasio e collaboratori che riportano, in particolare, il caso di un paziente con lesione focale di entrambe le amigdale dei due emisferi. In tutti i casi clinici descritti in questi due studi era compromesso il condizionamento della paura, mentre la memoria esplicita o dichiarativa dell’esperienza di condizionamento era intatta[1]. Gli studi mediante fMRI mostravano un’intensa attività dell’amigdala durante l’apprendimento della paura e, rispetto al resto dell’encefalo, l’attività amigdaloidea durante il condizionamento era in rapporto diretto con le aree subcorticali dell’elaborazione visiva (corpi genicolati laterali del metatalamo visivo e tubercoli superiori della lamina quadrigemina), mediatrici degli stimoli visivi evocanti la reazione di paura. Si stabilisce in quegli anni che nell’uomo, come nei roditori, c’è una via diretta talamo (metatalamo) – amigdala, detta anche via bassa o profonda, ritenuta nell’uomo la base dell’apprendimento condizionato inconscio della paura, e una via indiretta, che comporta la proiezione delle informazioni alle aree corticali specifiche e, da queste, l’invio delle informazioni elaborate all’amigdala.

In quel periodo, al noto meccanismo di rilascio da parte del nucleo paraventricolare dell’ipotalamo del CRH che stimola l’ACTH ipofisario agente sulla corticale del surrene, si aggiunge la dimostrazione dell’importanza del CRH rilasciato dai neuroni dell’amigdala nel sangue. Kahneman così definisce l’amigdala: “la fonte dell’utilità immediata in una situazione minacciosa”. La questione più dibattuta è come questo complesso nucleare possa riuscire a influenzare la coscienza, pervadendola quando si attiva nella reazione di paura. L’opinione di Joseph LeDoux è questa: “La risposta, a mio parere, è che un’emozione giunge a monopolizzare la coscienza, almeno nell’ambito della paura, nel momento in cui l’amigdala arriva a dominare la working memory[2].

Per dare un’idea del profilo neurofisiologico attuale dell’amigdala, oltre al suo ruolo nelle risposte emotive, riprendiamo alcuni brani da una nostra recente recensione: Amigdala e paura in 130 tipi neuronici[3].

Roberto Colonna ha recensito già nel giugno 2009 uno studio sulla partecipazione dell’amigdala, accoppiata elettricamente al corpo striato, alla formazione di quelle memorie non-associative che si chiamano abitudini (l’altra forma non associativa è la sensibilizzazione)[4]. Lorenzo Borgia nel 2011 ha recensito uno studio che ha rilevato risposte specifiche a categorie di animali nell’amigdala di destra nell’uomo[5]. Da quella interessante recensione, traggo un brano che ci illustra la popolarità raggiunta qualche anno fa dall’amigdala e dall’idea diffusa dai media sul suo ruolo negli USA:

“Ancora oggetto esclusivo di interesse per medici e neuroscienziati in Italia, l’amigdala gode da alcuni anni di una larga popolarità negli Stati Uniti, grazie alla straordinaria diffusione di nozioni, pur non sempre corrette, circa i suoi ruoli funzionali e la sua importanza nella vita psichica. Ecco alcuni esempi. Nel fumetto di Batman L’ombra del pipistrello compare un mostro furioso chiamato Amygdala, come il “complesso di nuclei del cervello che controlla i sentimenti di rabbia”[6]; nella rubrica giornalistica “Kid’s City” si analizza il ruolo dell’amigdala nelle paure infantili; un sito web invita a cliccare sulla propria amigdala, ossia ad agire su pulsanti grafici per esporsi a stimoli che si ritiene possano attivare quel complesso nucleare; in un film di fantascienza di un certo successo, un alieno dichiarava di poter controllare le paure delle persone agendo sui loro nuclei amigdaloidei; infine, il neuroscienziato Joseph Le Doux racconta di essere stato più volte contattato da avvocati che stavano costruendo la difesa dei propri assistiti ‘basandola sull’amigdala’.”.

Il ruolo dell’amigdala[7] nella mediazione della paura, con i suoi patterns di attivazione fisiologica, ne ha anche suggerito lo studio per la comprensione del comportamento dei mammiferi nel procurarsi il cibo evitando il pericolo di essere aggrediti[8].

L’amigdala o corpo nucleare amigdaloideo[9] è un agglomerato nucleare pari e simmetrico grigio-rossastro a forma di mandorla del diametro di 10-12 mm, situato nella profondità dorso-mediale del lobo temporale, in prossimità topografica della coda del nucleo caudato, ma non collegata fisiologicamente al controllo motorio e procedurale dei nuclei del corpo striato. L’amigdala, da una parola greca che vuol dire mandorla, occupa la parte anteriore del giro paraippocampico e la parte iniziale dell’uncus, sporgendo davanti al corno di Ammone. Descritta in anatomia con i nuclei della base telencefalica, al suo interno è composta da aggregati di pirenofori che formano una dozzina di piccoli nuclei classificati in vario modo, anche se più spesso ripartiti in tre aree: amigdala laterale (AL), amigdala centrale (AC) ed amigdala basale (AB). In neurofisiologia l’amigdala è tradizionalmente considerata parte del sistema limbico ma, come è noto, la concezione di Paul McLean secondo cui l’insieme delle aree filogeneticamente più primitive costituiva una unità funzionale, detta anche cervello emotivo, è venuta a cadere nel tempo e l’amigdala è stata indagata spesso separatamente o nei suoi rapporti con aree neocorticali.

Alla luce delle conoscenze attuali non è più possibile ipotizzare ripartizioni funzionali ingenue con ruoli localizzati in singoli comparti, tuttavia al suo interno l’amigdala ha mostrato una specializzazione che vede implicati, ad esempio, nella mediazione del comportamento sessuale, i nuclei mediale e posteriore e, nella paura, i nuclei laterale e centrale.

Anche se negli ultimi decenni è stata studiata soprattutto in relazione alla paura e all’apprendimento della paura condizionata, i suoi sistemi neuronici intervengono in una gamma considerevole di processi, quali quelli relativi al conferimento di valori d’affezione a stimoli percettivi, alle associazioni con stimoli sessuali, alle risposte di attenzione motivata in chiave di interesse edonico o di allerta e di allarme. Inoltre, come faceva rilevare il nostro presidente, numerosi studi suggeriscono che questo complesso nucleare, con le sue estese connessioni, svolga un ruolo critico nella regolazione di vari comportamenti cognitivi e sociali, oltre che affettivo-emotivi[10].

La via della paura generata da stimoli olfattivi, scoperta da Hao Wang e colleghi, è specificamente associata alla risposta innata del versante “flight” della fight or flight reaction, che si rileva nei maschi. Questa via si attiva con inputs provenienti dal bulbo olfattivo, e in particolare dalle cellule mitrali e dalle cellule a pennacchio, e diretti ai neuroni piramidali nella corteccia peduncolare dorsale, dai quali si dipartono assoni che formano connessioni con cellule nervose esprimenti colecistochinina (neuroni-Cck+) nella porzione superiore del nucleo parabranchiale; a loro volta queste cellule proiettano i loro neuriti su neuroni esprimenti tachichinina 1 (Tac1+) situati nel nucleo parasubtalamico.

In sintesi, ecco le quattro stazioni della via: bulbo olfattivocorteccia peduncolare dorsalenucleo parabranchiale – nucleo parasubtalamico.

I ricercatori precisano che la sperimentazione ha evidenziato la specificità di questa via nervosa centrale per la paura innata, evocata da stimoli olfattivi associati alla memoria di minacce per l’integrità. Gli esperimenti di attivazione selettiva di questa via tetra-sinaptica inducono risposte innate di paura, mentre l’inibizione sperimentata da Hao Wang e colleghi induce in modo evidente la soppressione della paura innata dei topi.

Interessante anche la sperimentazione che è stata condotta per verificare un ruolo di questo nuovo circuito nei comportamenti equivalenti ai sintomi umani dell’ansia, prodotti dall’attivazione dei sistemi neuronici dello stress: i ricercatori hanno rilevato che questa via a quattro sinapsi è necessaria e sufficiente a generare le risposte omologhe dell’ansia da stress.

L’insieme dei dati emersi in questo lavoro delinea l’esistenza di una via mai descritta in precedenza, che costituisce la base neurale sia della paura innescata da percezione, sia dell’ansia indotta da stress, e va dal proencefalo al rombencefalo in un percorso tetra-sinaptico che esclude l’amigdala.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-17 febbraio 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

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La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 



[1] Una lesione ippocampale sia nell’uomo che nel topo compromette il condizionamento alla paura.

[2] Joseph LeDoux, Il Sé sinaptico – Come il nostro cervello ci fa diventare quel che siamo, p. 313, Raffaello Cortina, Milano 2002.

[3] Note e Notizie 04-11-23 Amigdala e paura in 130 tipi neuronici.

[4] Note e Notizie 06-06-09 Amigdala e striato accoppiati per la memoria.

[5] Note e Notizie 17-09-11 Amigdala umana risponde a categorie di animali.

[6] Durante l’epoca buia della “psicochirurgia”, in alcuni paesi si interveniva sul cervello di detenuti molto aggressivi e responsabili di delitti attribuiti ad accessi di rabbia violenta, distruggendo bilateralmente le amigdale, anche se, a quell’epoca, era stata individuata nell’ipotalamo un’area molto ristretta che, se stimolata, causava rabbia (ira).

[7] Per una sintetica descrizione anatomo-funzionale dell’amigdala si veda in Note e Notizie 18-12-10 Amigdala centrale quale sede della segnalazione delle omissioni e un brano di una relazione del presidente della Società Nazionale di Neuroscienze, Giuseppe Perrella, in Note e Notizie 20-11-10 Basi cerebrali della psicopatia, un disturbo ignorato dal DSM – quarta parte.

[8] Note e Notizie 15-01-11 Amigdala e rischio di essere predati cercando il cibo.

[9] L’esposizione che segue è tratta da un brano di una relazione tenuta lo scorso anno dal presidente della Società Nazionale di Neuroscienze (si veda in Note e Notizie 20-11-10 Basi cerebrali della psicopatia, un disturbo ignorato dal DSM – quarta parte).

[10] Note e Notizie 10-09-11 Amigdala più grande nei figli di madri depresse.